Mollo tutto e divento un freelance!

Vi è mai capitato di pensare “mollo tutto e divento un freelance?”. In questi tempi in bilico continuo tra smartworking, lavoro ibrido, richieste di permessi, ferie, prenotazione degli spazi di lavoro, insomma, in questi tempi di continua incertezza lavorativa e non solo, avete mai pensato di lasciare un lavoro sicuro, magari con un contratto a tempo indeterminato, e diventare liberi professionisti freelance? Diventare freelance e vivere il cosiddetto freelance lifestyle è un obiettivo sempre più ambito, soprattutto per i tanti vantaggi che questo stile di vita comporta: nessun obbligo di orari fissi o di sedi lavorative predefinite, maggiore tempo libero e la libertà di lavorare seduti sul divano di casa. Ma è tutto davvero così rosa e fiori? Cosa significa davvero essere freelance? Al di la degli aspetti tecnici e burocratici, come ad esempio l’apertura di una partiva IVA, per ragionare su un cambiamento così profondo è necessario mettere sulla bilancia tutti gli aspetti positivi del lavoro autonomo insieme a tutte quelle situazioni così diametralmente opposte al lavoro da dipendenti a cui siamo abituati.
 

Freelance e tempo


Il boom dei giovani freelance in Italia: vita da precari o opportunità?

Secondo il report aggiornato al 2020 “Osservatorio sulle Partite IVA” realizzato dal Dipartimento delle Finanze del Governo, il periodo di pandemia ha notevolmente influito sull’apertura di partite IVA e sul numero di professionisti che hanno deciso di intraprendere la vita da freelance. Anche in piena emergenza sanitaria, l’Italia si riconferma il secondo paese europeo con un maggior numero di professionisti freelance con partita IVA dopo la Grecia. E se da un lato la voglia di essere CEO di stessi è una delle prospettive più allettanti, dall’altro lato l’adeguamento al mercato del lavoro spinge i giovani di oggi a intraprendere una carriera lavorativa che possa unire autonomia e dinamicità.  

I lavoratori italiani che decidono di intraprendere un percorso da freelance sono per il 62,7% di sesso maschile anche se i dati sull’apertura di partite IVA per quanto riguarda le donne sono in aumento. Ma se c’è una cosa certa è che sempre più giovani decidono di intraprendere la vita da freelance: il 48% delle nuove partite IVA è stato avviato da giovani under 35 e il 31% da soggetti nella classe 36-50 anni, anche se nell’ultimo anno si è registrato un calo di freelance nella classe più anziana lasciando posto ad un sempre maggiore numero di giovani professionisti. Se dovessimo collocare i freelance italiani in una ripartizione territoriale, i dati dimostrano che il 44% è localizzato al Nord, il 21,4% al Centro e il 34,1% al Sud ed Isole. A causa della pandemia e della crisi economica generata dalla situazione sanitaria, tutte le regioni italiane hanno accusato un netto calo di freelance nel mondo del lavoro autonomo e in particolar modo nelle Marche (-19%), in Liguria (-18,7%) e Toscana (-17,6%), il più contenuto in Veneto (-5,3%). La classificazione per settore produttivo evidenzia, invece, che è il settore del commercio ad avere un maggior numero di freelance attivi (+20% del totale) seguito dalle attività professionali (16,3%) e dall’agricoltura (10,8%). Rispetto al 2019, il 2020 è stato l’anno in cui la sanità è risultata essere l’unico settore in attivo con un +9,5% di freelance mentre tutti gli altri comparti invece ne hanno subito un netto calo dal -34,1% per alloggio e ristorazione; 33,5% per attività sportive e d’intrattenimento al -24% per le manifatturiere.
 

Cosa significa davvero essere freelance


Freelance lifestyle: cosa significa davvero essere freelance?

Da una definizione dell’ISTAT, il lavoratore indipendente è colui che svolge la propria attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione. Nella categoria sono compresi: imprenditori; liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti nell’azienda di un familiare (se prestano lavoro nell’impresa senza il corrispettivo di una retribuzione contrattuale come dipendenti), soci di cooperativa, collaboratori (con e senza progetto) e prestatori d’opera occasionali. Vivere una vita da freelance significa quindi principalmente avere la libertà di decidere in autonomia quando, come, dove e con chi lavorare. Ma la vita del freelance non è tutta rose e fiori come potrebbe sembrare. Essere freelance infatti è un vero e proprio stile di vita, un impegno senza sosta, con formazione continua, la totale responsabilità dei pagamenti e di conseguenza dei guadagni, momenti pieni di lavoro e la pesante incertezza derivata da periodi in cui si fattura di meno, alla ricerca costante di nuovi clienti con cui progettare e organizzare nuove collaborazioni.

In un certo senso essere freelance significa stare sempre sull’attenti: il concetto di tempo diventa alquanto relativo perché è vero che non si hanno orari lavorativi fissi ma è altrettanto vero che si può arrivare a lavorare anche dieci o dodici ore al giorno se le attività sono tante e le scadenze sono vicine.  Significa anche che se si decide di concedersi un’ora di attività al di fuori degli impegni lavorativi, quell’ora dovrà essere poi recuperata quanto prima, arrivando a lavorare in orari non propriamente consoni, magari la sera tardi o addirittura durante la notte. Essere freelance significa in sostanza fare tutto da soli: cercare clienti, sollecitare i pagamenti, fare azioni di marketing e comunicazione sul proprio brand, fare fatture, essere il proprio ufficio amministrativo, insomma, significa usare le proprie energie davvero a 360°. Senza contare che il freelance no gode di una serie di benefici che invece spettano al lavoratore dipendente, come ferie pagate, malattia, TFR e pensione, per fare alcuni esempi significativi.

Gestire il tempo e organizzare al meglio un’attività da freelance

Ci avete pensato, avete valutato tutti i pro e contro della vita da freelance e avete deciso di buttarvi: è ora di iniziare! Parola d’ordine: organizzazione, soprattutto nell’ambito della gestione del tempo. Abbiamo già detto che un freelance deve necessariamente occuparsi da solo di tutti gli aspetti amministrativi, deve riuscire a generare un flusso costante di clienti, pubblicizzare i propri servizi, rispondere alle domande, seguire i lead passati, stare al passo con le e-mail, le riunioni e i progetti. Tutto questo, se si è da soli, può prendere il sopravvento molto velocemente e non lasciare il tempo effettivo per un lavoro operativo e retribuito. Ed ecco che il tempo diventa la risorsa più preziosa: capire come viene speso e ottimizzare i processi, è la sola via per mantenere i progetti dentro i giusti binari e impiegare il tempo nel modo più profittevole. Per farlo non basta certo un foglio Excel, non ne bastano nemmeno due, o più di due. Per farlo servono soluzioni software veloci e intuitive e che diventano importanti alleati quotidiani nella pianificazione, nello studio e nella gestione di tutte le task collegate all’attività da freelance. Timer e software di monitoraggio del tempo possono infatti essere essenziali all’inizio della vostra avventura da freelance, poiché vi aiutano a farvi un’idea del tempo che dedicate ai vostri servizi più richiesti e, semmai doveste iniziare a espandere la vostra attività, possono esservi di aiuto anche per monitorare il tempo dei vostri committenti. Un altro aspetto per cui diventa essenziale affidarsi ad una app di gestione del tempo è per garantirsi un solido confine tra tempo di lavoro e tempo personale. Riuscire a conciliare tempi di vita lavorativi e personali è infatti assolutamente necessario per trovare il giusto equilibrio ed essere sereni e produttivi.

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